5.12.25

5 dicembre: La strada dei ricordi perduti

  Mara guidava un furgone arrugginito il cui motore pareva fatto di puro dubbio. Era una corriere sulla «Strada Zero» – un nastro infinito di asfalto grigio che esisteva solo tra i momenti di disattenzione del mondo reale. Il suo carico erano le cose che l‹umanità aveva smarrito: sogni dimenticati, parole dislocate e, quel giorno, ricordi.

Il suo incarico era un piccolo pacco marrone che custodiva tre cristalli di memoria. Il destinatario era «R. Ombra», il cui indirizzo era annotato semplicemente come: «dove nasce la luce» .

 «Come può qualcuno scordare dove abita?», mormorò Mara.

Le istruzioni erano chiare: per trovare il luogo, doveva toccare i cristalli. Sarebbero stati i ricordi stessi a mostrarle la strada.

Prese il primo cristallo – caldo come la cannella. Appena lo sfiorò, vide un lampo: R. Ombra, da bambino, sedeva in una cucina e il profumo dei biscotti di Natale si diffondeva nell‹aria. 

Il cristallo sussurrò: «Bologna.» 

Poi prese il secondo cristallo – liscio e freddo come marmo. Il lampo mostrò R. Ombra, da ragazzo, in piedi davanti a una biblioteca, le braccia colme di libri.

Il cristallo sussurrò: «Padova.» 

Mara proseguì. La Strada Zero si ramificava in mille direzioni impossibili. Né Bologna né Padova offrivano un indirizzo chiaro e preciso per «Dove nasce la luce».

Allora prese il terzo cristallo. Era diverso: pulsava di una luce debole, familiare. Mara esitò, poi lo toccò.

La memoria la attraversò come un lampo – ma non era il ricordo di un’altra persona.

Vide sé stessa, Mara, da bambina, seduta alla finestra mentre aspettava la prima neve. Vide la speranza nei propri occhi.

Il cristallo sussurrò: «Là, dove ti ricord. 

Mara fermò il furgone nel mezzo alla Strada Zero. Quel terzo ricordo era la sua stessa memoria perduta della gioia – una parte di sé che aveva smarrito nel labirinto della «Strada Zero».

Guardò il pacco. Il destinatario «R. Ombra» era lei stessa – Ricordo ombrato -, la parte triste e perduta di sé.

Quando Mara accettò quell’idea, attorno a lei la Strada Zero divenne trasparente. Attraverso il velo magico comparve il mondo reale: si trovava in un vicolo silenzioso a Torino , proprio dietro la stazione.

In fondo al vicolo iniziava la via commerciale illuminata – «dove nasce la luce».

Mara ripose i cristalli nel pacco. Aveva consegnato i ricordi a sé stessa.

Quando uscì dal vicolo, avvertì il vento freddo e sentì il profumo di mandorle tostate. 

Non aveva soltanto completato una consegna: aveva ritrovato quella parte di sé che credeva perduta.

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