Un tempo, la biblioteca di Aethel era la più grande del mondo. Ora, però, era andata in frantumi in centinaia di isole sospese che veleggiavano sopra un mare infinito di nebbia, come scaglie di un sogno perduto. Lyra, giovane cartografa dal cuore tenace, trascorreva i suoi giorni a seguire quelle flebili rotte di volo, instabili come fiocchi in una tempesta d’inverno. Il suo desiderio più profondo era riportare la biblioteca alla sua antica unità.
«Senza l’Ago è tutto affidato al caso», le aveva un tempo sussurrato il vecchio maestro. L’“Ago del Crono-Bussola” era un artefatto in grado di imporre un ritmo al caos, come una campana che dà ordine alla notte. Lyra aveva scoperto dove si trovava: nella parte più antica e più temuta di Aethel, la Camera dei Dimenticati.
Posò il suo piccolo aliante sulla piattaforma crepata ed entrò nella sala. Lì dentro, globi sbiaditi e scaffali consunti danzavano piano nel vento eterno, come se ricordassero i giorni in cui il sapere brillava ancora. Al centro, una bussola d’ossidiana attendeva silenziosa, vuota proprio nel punto dove l’Ago avrebbe dovuto essere.
Al suo posto giaceva una piccola pietra cristallina, che emanava una luce tenue, quasi un luccichio da prima notte d’Avvento. Lyra la sollevò. Era leggera, tiepida, quasi viva.
Non appena la sfiorò, una voce antica come le montagne innevate risuonò nella sua mente:
«Io sono l’Ago. Non mostro la strada, ma riconosco l’intenzione.»
Il cristallo divenne pesante. Davanti ai suoi occhi si aprì una visione: il suo maestro che le parlava di gloria, del suo nome inciso nella storia, del potere di dominare le rotte del cielo. Una promessa luccicante, come una stella tentatrice.
L’Ago si tinse di un rosso cupo, simile a braci pronte a divorare.
«La tua intenzione è egoismo», disse la voce. «Desideri il potere della conoscenza per te sola.»
L’isola sospesa tremò e si inclinò. Lyra barcollò. Sapeva che, se in quel momento avesse inserito il cristallo nella bussola, Aethel si sarebbe ricomposta – ma lei sarebbe diventata la sua sovrana, un’ombra tirannica sopra il sapere del mondo.
Lyra chiuse gli occhi. Nel silenzio tornò a sentire il ricordo dei marinai smarriti nel mare di nebbia sotto di loro, cuori che attendevano un segno di luce. In quel momento, il suo desiderio cambiò.
«Non voglio essere l’eroina», mormorò. «Voglio soltanto che le vie tornino sicure per tutti quelli che cercano.»
Il cristallo si schiarì lentamente, passando dal rosso del sangue a un bianco soffice, simile alla neve appena caduta.
«Sincerità accettata», sussurrò la voce.
Lyra posò l’Ago nel cuore della bussola d’ossidiana. Un ronzio, lieve come un canto d’inverno, attraversò la sala. Fuori, le isole fluttuanti di Aethel cominciarono a muoversi, avvicinandosi pian piano tra loro, guidate da una nuova armonia comune.
E così, nel primo giorno di dicembre, la luce iniziò il suo cammino di ritorno..
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