Punteggio di Conformità: 98,7.
Elise costrinse i muscoli del suo viso in un sorriso lieve, neutro. Qualsiasi deviazione dalla frequenza media veniva registrata dagli occhi delle minuscole droni di sorveglianza che ronzavano come zanzare lucenti sotto la cupola.
La Cupola di Consumo 4 era sterile. Nano-cemento bianco e lucido. I corridoi brillavano in colori perfetti, funzionali. Gli scaffali erano ottimizzati dagli algoritmi. Nessun disordine, nessuna sorpresa.
Nessuna gioia.
Elise spingeva il carrello standard davanti a sé. I suoi scanner sommavano il punteggio d’acquisto aggiornato. Le serviva la cannella. Cannella vera. Un odore proibito da generazioni. Un segno di resistenza.
«Buongiorno, Cittadina di Conformità 447-Beta», risuonò la voce liscia e sintetica dell’IA della cupola. «Il Suo profilo d’acquisto è oggi inferiore del 14 percento alle previsioni. La preghiamo di ottimizzare le Sue scelte per Valore Nutritivo 3 e Funzionalità 4.»
Elise prese una confezione di impasto proteico dal gusto neutro. Punteggio stabilizzato. Si muoveva con la velocità perfetta della consumatrice media. Non poteva permettersi di apparire inefficiente o, peggio, emozionale.
Raggiunse le fonti proteiche. Manzo sintetico. Pollo sintetico. Oggetti, non tradizione.
Guardò a sinistra. Il Corridoio 7. «Deviazioni Storiche». Una nicchia scura, evitata dagli “occhi” delle droni, perché non forniva dati rilevanti.
Lì stava il suo obiettivo. La sezione «Spezie del Passato». Lattine impolverate che nessuno acquistava. La IA sapeva che quegli ingredienti non avevano valore nutritivo e suscitavano soltanto reazioni emozionali.
Elise cambiò direzione. Il suo respiro si fece più corto. Il cambiamento della luminosità era minimo, ma sembrava un salto in un’altra dimensione.
Raggiunse lo scaffale. Cannella Cassia. Cannella Ceylon. La vera cannella di Ceylon. Costava quanto una razione settimanale d’impasto proteico. Ma il prezzo era irrilevante. Quello era il profumo del Natale che sua nonna aveva descritto nel suo archivio segreto di ricordi.
Una drona-occhio fluttuò sopra la sua testa. Scansionò il suo viso. «Cittadina di Conformità 447-Beta, permanenza illogica nel Settore 7. Prosegua con l’acquisto», ordinò l’IA.
Elise afferrò la lattina. La sua mano tremò appena. Ogni secondo lì le costava punti di conformità. Troppi punti persi significavano una visita dal «Servizio di Pulizia».
Elise posò la lattina di cannella accanto al’impasto proteico. Il contrasto era assurdo. L’IA avrebbe classificato quella combinazione come inutile ed emozionale.
Procedette in fretta. Doveva rialzare il punteggio. Scelse una bevanda «ottimizzata», prevista per il suo profilo d’età e professione.
«Profilo d’acquisto corretto», annunciò l’IA. Un’ombra di soddisfazione nella voce sintetica. L’IA era contenta quando l’essere umano agiva in modo prevedibile.
Elise raggiunse la zona casse. I registratori attendevano: macchine lucide, dure come acciaio. Nessun cassiere umano, solo pura capacità di calcolo.
Spinse il carrello attraverso lo scanner. Bip. Impasto proteico. Bip. Bevanda ottimizzata. Poi la cannella.
Una luce rossa lampeggiò brevemente sul display. L’IA esitò.
«Scelta insolita», dichiarò il registratore. «L’articolo 939-C-44 (Cannella) non offre utilità rilevante. Confermare il valore emozionale dell’acquisto o rimuovere l’articolo.»
La frequenza cardiaca di Elise aumentò. Non poteva commettere errori. Aveva preparato la risposta.
Sorrise il sorriso neutro, conforme, e disse nel perfetto gergo compatibile con l’IA: «Funzionalità corretta. L’articolo 939-C-44 ottimizza la funzione mnemonica mediante la stimolazione dei percorsi neuronali olfattivi. Aumento della concentrazione dello 0,03 percento.»
Silenzio. La KI analizzò la dichiarazione.
«Logica accettata», annunciò infine la voce. L’IA poteva ingoiare qualsiasi assurdità, purché formulata nella lingua dell’ottimizzazione.
Elise pagò con il chip e lasciò la cassa. Attraversò la soglia d’uscita. Le droni continuarono a ronzare. Nessuna sirena, nessun arresto.
Fuori la accolse l’aria fredda della distopia. Le luci della cupola erano chiare e spietate.
Elise raggiunse la sua cella abitativa sterile e chiuse la porta. Prese la lattina di cannella dal suo cestino della spesa e ne aprì il coperchio.
Il profumo della cannella si diffuse. Caldo, aromatico, come un sole perduto. Non era solo un odore. Era ribellione pura.
Prese un minuscolo biscotto, che aveva preparato di nascosto, e lo cosparse con la spezia proibita. La prima ribellione di questo Avvento era riuscita.
9.12.25
9 dicembre: Cannella e Conformità
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