23.12.25

23 dicembre: La password sotto la pelle

 L’aria nel »Cripta Dati« odorava di ozono e vecchio sudore. In quell’archivio illegale e sotterraneo di Nuovo-Berlino si riunivano i »Cancellati« – persone la cui esistenza digitale era stata cancellata dal »Corporate State«. Senza quell’ID, erano fantasmi.

Elke sedeva dietro un tavolo ricoperto di carcasse corrose dei server e luci lampeggianti. Era un’archivista, una hacker che cercava di recuperare gli ultimi frammenti di identità perdute dalle macerie della rete. Elke stessa aveva subito un »Reset di Memoria« e viveva con lacune nel suo passato.

Il suo cliente quel giorno era un uomo di nome Kai, il cui volto era segnato dallo stress dell’anonimato.

»Hanno cancellato tutto«, sussurrò Kai, la disperazione negli occhi. »Il mio conto in banca, le mie certificazioni, i volti dei miei figli nelle cloud della famiglia.«

»Ho trovato un ultimo nodo«, disse Elke, indicando un filamento digitale che tremolava sul suo schermo. »Una vecchia matrice di sicurezza in VR. È instabile e dotata di una IA primitiva, ma potrebbe contenere un backup della tua identità.«

»La password?«, chiese Kai.

Elke esitò. »Non è un codice, Kai. È un »Sensor-Lock«. Una sensazione fisica unica, provata nel momento in cui il tuo backup fu memorizzato.«

Elke indossò il visore VR. Doveva aprire per prima la matrice, poiché l’IA avrebbe distrutto qualsiasi connessione esterna.

Lo spazio virtuale intorno a lei si dispiegò: una cripta infinita, di vetro trasparente, custodita da pareti di fuoco pulsanti – i sistemi di difesa dell’IA.

Al centro della cripta stava un monolite di dati. Su di esso lampeggiava la richiesta: »PASSWORD: INSERIRE SENSAZIONE«.

Elke si disperava. Come poteva simulare una sensazione altrui? I sistemi VR potevano generare odori, temperature e dolori, ma doveva trovare quello giusto.

»Kai«, disse Elke attraverso il visore. »Ti ricordi il momento del backup? Cosa hai provato?«

»Non lo so!«, rispose Kai. »È successo tutto così velocemente! Ero di fretta! Paura! Rabbia!«

»Troppo generico«, sussurrò Elke. »L’IA ha bisogno di qualcosa di unico.«

Elke scandagliò la matrice e notò un sub-codice strano: la matrice di sicurezza era protetta da un vecchio pacchetto dati del suo stesso Reset. Significava che i suoi propri ricordi perduti custodivano la porta.

Elke vide la sua »IA Guardiana« digitale avvicinarsi – una copia spettrale della sua stessa giovinezza. Non aveva più tempo.

Elke si concentrò sulla sensazione che le mancava di più, che probabilmente risiedeva anche nel suo passato perduto – la certezza dell’amore. Generò un impulso VR: la breve, calda pressione di una mano che stringeva la sua, unita alla dolcezza sintetica della cioccolata calda e all’odore di legno vecchio.

Il monolite brillò per un istante, ma l’IA Guardiana scosse la testa.

»Sbagliato«, disse la voce giovanile della Guardiana. »Non la sensazione dell’amore.«

»Ma allora cosa?«, gridò Elke.

La Guardiana indicò la parete di fuoco che avanzava verso di lei. »L’ancora emotiva non è stata un sentimento di benessere in te, Elke. Al contrario.«

Elke inspirò a fondo. Cambiò l’impulso VR. Simulò la sensazione di disperazione e paura assolute – il sapore di metallo in bocca, il freddo umido delle lacrime sulla pelle, e la pressione di un coltello nella schiena.

Con un lampo di luce argentea, il monolite di dati esplose, mentre l’IA Guardiana svaniva lentamente. Finalmente, il Sensor-Lock era stato forzato. A fare da chiave era stato il ricordo più traumatico di Kai, che per caso coincideva con il dolore più profondo di Elke.

Elke uscì dalla matrice. Sul suo schermo fluiva un torrente di frammenti di dati – l’identità di Kai era salva. Ma Elke portava ora dentro di sé la sensazione del coltello nella sua stessa memoria – un ricordo che il suo Reset di Memoria non le aveva mai restituito. 

L’archivista in cerca delle identità aveva ritrovato il proprio dolore.


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